Gioco di linee oblique, un’accortezza verso la sostenibilità, il recupero e i materiali poveri per un aspetto industrial, l’idea di una riqualificazione anche a beneficio della comunità: alla base del progetto del proprio headquarter, 3ndy Studio ha posto la sua deontologia, per arrivare a scelte che fossero specchio della propria etica. È così che nel 2010, dopo dieci anni nella prima sede, è stata inaugurata l’attuale “casa”, frutto del lavoro di recupero e della riconversione energetica di un’ex fabbrica di scarpe della Riviera del Brenta. L’idea è stata quella di dare nuova vita a un edificio dalla forte personalità, con una memoria collettiva da non disperdere e, allo stesso tempo, da restituire attraverso una rilettura da un punto di vista tanto architettonico quanto dell’impatto ambientale.
La sintesi con il preesistente è stata salvaguardata – pur prevedendo modifiche tra cui l’innesto di un soppalco che sfrutta la doppia altezza della struttura – attraverso un intervento conservativo di materiali poveri, come l’acciaio lasciato crudo a vista, e delle linee più caratteristiche della volumetria, a partire dalla copertura a volta. Su quest’ultima è stata posata una cover fotovoltaica quasi invisibile all’occhio grazie all’aspetto omogeneo, amorfo e al colore mimetico, così da conservarne la linea curva e, allo stesso tempo, da renderla parte integrante del sistema di riconversione energetica e di riduzione dei consumi. A testimonianza di tale approccio, vi è il riconoscimento Classe A CasaClima: più che attraverso l’installazione di sistemi si è lavorato sulla coibentazione dell’involucro, capace di contrastare la dispersione di calore e di schermare la luce, fino a trasformare la sede in un manifesto di sostenibilità. È un edificio attivo che produce più energia del proprio fabbisogno, capace di rinunciare al gas: tanti piccoli tasselli che lo rendono un luogo parlante.
Foto: 3ndyStudio