L’intervento ha centrato l’obiettivo di riqualificare una parte importante del paese di Vigonovo (VE) creando una nuovo luogo di aggregazione sociale a completamento del centro storico. Far rivivere un luogo o riportarlo all’antico splendore significa anche rievocarlo per quelle che sono le voci che l’hanno popolato, frammenti di storia, di vita, di quotidianità e tradizione che possono essere colte e tracciate per sempre su un foglio di carta. E questa pagina smisurata è diventata, nel progetto del Campiello, una enorme scultura composta da centonovanta lastre di acciaio Cor-ten per una superficie di oltre 300 metri quadrati da leggersi come una gigantesca ed enigmatica pagina di un libro. L’idea è stata quella di riproporre il disegno del fronte dell’edificio ottocentesco, distrutto da un incendio. Si poteva procedere con una ricostruzione, che però sarebbe stata un falso, oppure scegliere, come è stato fatto, la via della rievocazione. La facciata progettata riproduce le dimensioni della facciata scomparsa, il ritmo delle aperture, ma suggerisce anche la disposizione delle macchie del tempo sull’intonaco. Per completare la facciata e renderla un’opera unica, lo studio ha chiamato a collaborare lo scultore piacentino Giorgio Milani, su suggerimento del compianto Philippe Daverio, anch’egli attore di questa grande operazione artistica. Milani ha scritto su questa pagina, arricchendola attraverso i pieni e vuoti creati dalle lettere dell’alfabeto sui pannelli di acciaio Cor-ten. Da qui nasce “Eco di passi nella memoria” un’opera di lettering, che in inglese significa “caratteri”, ovvero una composizione di lettere e simboli appositamente scelti dall’artista, Giorgio Milani, in base alla loro origine ottocentesca (anno a cui risale la costruzione dell’edificio) e alla loro veste estetica, bilanciando 22 diversi alfabeti, tra maiuscole e minuscole, in diverse rielaborazioni di “grazie e bastoni” creando un’armonia estetica e culturale.
Foto: Fernando Guerra